Finisce con un risicato 9 a 3 l’ultimo match del girone di andata del campionato di LNB tra Lugano e Albaladejo Losanna, neopromossa. Era nell’aria un certo lassismo, dopo le vittorie in trasferta contro le più quotate Zurigo e Basilea e nella testa quel sonoro 124 a 0 dell’ultimo match giocato a Muzzano con Albaladejo, tanto che in allenamento, in settimana, si è parlato più di attitudine che di tattica e tecnica, il rugby soprattutto e lo sport in genere, ci dice che non bisogna mai sottovalutare gli impegni e preparare il match, sempre, nei dettagli. La cronaca ci racconta di un Losanna che arriva a Lugano con la voglia di portare a casa la vittoria, mette fisico e pressione sui punti di incontro e mantiene il possesso della palla per gran parte del match. Lugano si innervosisce troppo, non riesce a segnare, anche se di occasioni potenziali ne ha avute, sterile in attacco, per fortuna buono in difesa, porta a casa comunque la vittoria e passa in secondo piano un fatto che altrimenti sarebbe stato festeggiato diversamente: finisce il girone di andata, i bianconeri non hanno mai perso e, tranne in questa occasione, hanno sempre ottenuto il bonus offensivo; hanno subito meno mete di tutti e segnato più di ogni altro; guardano tutti dall’alto della classifica, con la seconda a sette lunghezze. Piace a coach Borghetti questo senso di insoddisfazione della sua squadra nonostante la vittoria, ma fa autocritica per un piano di gioco poco chiaro, occorreva giocare con più calma, più semplicità, usare le contro ruck e dare maggiore serenità ai giocatori in campo, cosa che non è avvenuta. L’allenatore luganese fa del suo credo l’equilibrio, a volte le scelte di avere giocatori in campo al posto di altri non vengono del tutto comprese, ma è il bilanciamento dei quindici di partenza e di quelli che poi subentreranno, che crea l’alchimia giusta del gioco e spesso porta alla vittoria: per una serie infinita di motivi, oggi, in campo è mancato equilibrio e questa è una responsabilità dello staff tecnico.
Tant’è la vittoria è comunque arrivata, a fatica, con sofferenza, senza mete, con gli avversari che festeggiavano come avessero vinto. Questo ricorda a tutti ,che Lugano ha la considerazione dei più forti, degli imbattili, e chi ci gioca contro vuole fare l’impresa, è un segno di rispetto, che deve caricare i bianconeri per il prossimo match, a Friborgo, tra due settimane, nella prima di ritorno, di un campionato che gioca buona parte della stagione da settembre a novembre, magie di una Federazione che non trova o forse nemmeno cerca, equilibrio nei calendari.
In campo anche la seconda squadra di Lugano contro Bellinzona, ancora una sconfitta per un team che è sempre un cantiere aperto.
Gli auguri, infine, di pronta guarigione a Simone Sabatino, un brutto infortunio che lo terrà a lungo lontano dai campi.
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