Si conclude nella patria del rugby italiano la preparazione alla ripresa del campionato della compagine ticinese. Tre giorni in veneto, tra passeggiate sul Monte Grappa, poi un salto a Venezia e in mezzo un match dai risvolti positivi ,contro la compagine locale del Bassano del Grappa.
I rugbisti ticinesi hanno potuto confrontarsi con una realtà ovale di lunga data e in un territorio dove la pallaovale è famosa quanto gli alpini e lo spritz.
Buona prova dei luganesi ,che si sono imposti nel match, mostrando, soprattutto nella prima frazione di gioco, di aver recepito il sistema di gioco e, aldilà di qualche evitabile errore, di saperlo anche mettere in pratica.
Ottimi palla alla mano, i tre quarti luganesi, hanno infilato costantemente gli avversari; qualche problema in mischia chiusa, ma non c’è da preoccuparsi, le prossime sedute di allenamento serviranno per oliare i meccanismi e presentarsi pronti alla prima di campionato dopo la lunga sosta invernale, domenica, in quel di Zurigo.
Stupisce questo gruppo bianconero, capace, nelle difficoltà, leggasi scarso numero di giocatori disponibili tra infortuni e altro, di mantenere alto il livello di gioco e onorare la maglia.
Stupiscono “quelle facce un po’ così…” come dice una nota canzone, che hanno gli avversari quando si accorgono che a Lugano si gioca anche a rugby ,lo si fa bene e si vince molto più spesso che il contrario.
Un tour questo nel veneto che, semmai ce ne fosse bisogno, ci dice di un Club orgoglioso, che non vuole mollare e che conta di recuperare giocatori per ritornare dove meriterebbe, ossia il più in alto possibile.
Tre giorni intensi, divertenti, fatti di incontri, conoscenza , scambi e cultura.
Un tour per la pallovale, per raccontare a chi non c’era, che giocare a rugby non è solo una questione di sport, lo è ,per prima cosa, di cuore.
E non è un caso, che in contemporanea, trionfa nel Sei Nazioni la squadra del Galles: la maglia? Rossa come il cuore.