ZURIGO, 7 ottobre 2018 - In una domenica di inizio autunno si torna in campo nel bell’impianto di Fluntern, contro Rugby Zugo e Rugby Zurigo con Würenlos. Purtroppo la franchigia Rugby Lugano-Unni di Valcuvia si presenta a ranghi ridotti, un uomo in meno rispetto ai 12 necessari in campo. Assenze di un certo peso e alcuni infortuni dell’ultimo minuto, costringono a presentarsi con un effettivo appena sufficiente. Le premesse quindi non sono le migliori, ma in campo si va lo stesso, in rispetto degli avversari che hanno organizzato il match e dei giocatori che hanno risposto presente alla convocazione.
La prima partita è contro Zugo. Le aspettative non sono certo le migliori, la formazione è rimaneggiata e diversi sono gli esperimenti in campo. Pronti via e un errore sul calcio d’inizio manda in meta gli avversari. È il preludio ad un match tutto a senso unico, in favore della sempre ottima compagine di Zugo. I nostri semplicemente non sono in campo e più che un incontro di rugby è un festival degli orrori offerto dai nostri. Placcaggi sbagliati, scarsa combattività e la completa assenza di un gioco di squadra sono gli ingredienti di una débâcle che ha poche attenuati, se non qualche piccolo infortunio e le sopraccitate assenze.
Ma la seconda partita, contro la franchigia Rugby Zurigo-Würenlos è quella del riscatto. Finalmente, con 30’ di ritardo, i ragazzi mettono in campo quanto di buono fanno in allenamento, limitando gli errori e le penalità ma soprattutto giocando di squadra. Ne consegue un match di pregevole fattura, con ottime azioni e soprattutto con una tenuta difensiva buona che ha concesso poco agli avversari. Coach contenti, anche se resta il rimpianto di aver concesso a Rugby Zugo una partita facile e buttato via un’occasione per dimostrare ai coach le proprie capacità.
È davvero difficile capire cosa sia successo nella prima partita. Forse una certa sudditanza psicologica, forse il viaggio lungo o magari più semplicemente un’entrata in materia pessima. Tuttavia per i coach è stato importante osservare una reazione, capace di mostrare che i ragazzi sanno giocare a rugby, cosa che nella prima partita non è emersa. A simbolo di questa attitudine, è stato eletto man of the match Stefano, che ha iniziato a lottare sin dal secondo tempo della partita contro Zugo, anche se ha un po’ predicato nel deserto. Quel che è certo è che c’è ancora molto lavoro da fare e soprattutto sarà necessario anche presentarsi ai prossimi appuntamenti più numerosi.